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È possibile abitare sulla Luna?
di Mario Viganò
Potrebbe essere la svolta per una vicenda che va avanti ormai da anni. Quella che vede gli esseri umani arrovellarsi per rispondere alla domanda: è possibile abitare sulla Luna? Ovvero: sulla Luna può esserci architettura? L’annuncio potrebbe arrivare nei prossimi giorni dalla NASA che ha convocato una conferenza stampa per annunciare l’importante scoperta. A parlare sarà Frank Poole della Brown University, uno dei principali ricercatori della NASA nel settore tecnico per lo studio della superficie lunare.
Secondo quanto anticipato da Jim Thakkar dell’«Associated Indian News», a rilevare per prima la presenza di architettura sulla Luna sarebbe stata la sonda indiana Chandrayaan-1 che il 30 agosto di quest’anno ha dovuto anticipatamente interrompere la propria missione, iniziata nell’ottobre 2008. Chandrayaan-1 aveva tra gli obiettivi principali proprio quello di verificare la presenza di vita sul principale satellite della terra.
In un articolo d’imminente uscita su «Science Today», si precisa che prima di Chandrayaan-1 e di Orbiter M 15 una sonda della NASA, l’Aries-1B, avrebbe individuato la presenza di architettura sul lato oscuro della Luna già negli anni settanta, e i risultati degli ultimi rilievi effettuati da Chandrayaan-1 e Orbiter M15 ne sarebbero solo la conferma.
Il portavoce della Mumbai University si è limitato ad affermare: «Sarà comunque l’annuncio di un’importante scoperta, qualcosa di grande che segnerà una tappa cruciale per il programma spaziale indiano».
Secondo lo scienziato David Bowman, che collabora con la NASA per il progetto Deep Space 79, l’elevata presenza di «architettura dalla costruzione spiccatamente logica» potrebbe a questo punto spiegarsi con il fatto che «la vita sulla Luna sia arrivata molto più recentemente di quanto finora ipotizzato dagli scienziati stessi». Il DS79 è tuttora impegnato nell’effettuare il più completo servizio fotografico mai realizzato sul nostro satellite. Fotografie ad altissima risoluzione che, data la loro estrema precisione, avrebbero già fornito le prime tracce per poter elaborare ipotesi scientificamente fondate.
Vi è poi una storia nella storia. Riguarda Miss Simmons, ricercatrice del Multiple Mirror Telescope in Arizona. In un saggio scritto nel 1998, la scienziata avrebbe riportato gli esiti di una serie di osservazioni compiute sulle fotografie scattate alla Luna durante la celebre missione Galileo verso Giove (lanciata il 18 ottobre del 1989, la sonda Galileo ha raggiunto il pianeta il 7 dicembre 1995 per poi precipitarvi verso la fine del 2003). Una volta filtrate le foto agli infrarossi, la Simmons avrebbe notato alcuni “segnali” provenienti dalla superficie lunare. Gli stessi segnali che rivelerebbero un’architettura definita dalla sua stessa caratteristica di “costruzione”, cioè di “procedimento” secondo un ordine logico di scelte. La Simmons non ha però mai pubblicato questo studio.
La NASA ha inoltre in programma di far atterrare un’altra sonda sulla superficie lunare il prossimo mese, e ci si aspetta che grazie a questa missione si riesca finalmente ad avere informazioni più precise su quale sia veramente l’architettura lunare.
Mario Viganò
(27.11.09)