“Anche se Trieste non ha dato grandi valori creativi, è stata un’oıima cassa armonica, è stata una città di una sismograficità non comune: per capirlo, bisogna aver visto le biblioteche finite sulle bancarelle dei librai del ghetto… tutta una grande cultura non ufficiale, libri veramente importanti e sconosciutissimi, ricercati e raccolti con amore, da gente che leggeva quel libro perché aveva proprio bisogno di quel libro.” Bobi Bazlen
Segnaliamo su sollecitazione di Giovanni Damiani, nostro inviato speciale da Trieste, la seguente iniziativa editoriale di cui riportiamo l’idea “progettuale:
Il libro, nel suo essere oggetto, è manifestazione di cultura. In un mondo in grande trasformazione la costruzione di identità culturali assume oggi un valore decisivo. Per questo siamo profondamente convinti che il libro e l’editoria possano e debbano avere un ruolo centrale nella costruzione della società. Non si può non notare come negli ultimi anni, con il proliferare di nuovi media, il libro abbia perso la centralità monopolistica che ne aveva caraıerizzato il ruolo per secoli. Quello che è stato dal Rinascimento il principale strumento di trasmissione dei saperi oggi è in parte relegato a un pubblico di nicchia, in parte costreıo a rincorrere la facilità d’accesso al pubblico della civiltà delle immagini. In una realtà molto propensa al lamento come quella Italiana spesso si è parlato banalmente di crisi, ma se rovesciamo i punti di vista non possiamo non vedere come sia proprio nei momenti di crisi che si costruiscono le svolte e si generano i momenti costituenti dei mutamenti futuri. In un paese che sostanzialmente non sostiene il mercato (l’Italia è praticamente l’unico paese occidentale che non contribuisce alle traduzioni di autori nazionali all’estero) e in cui il numero di leıori è particolarmente basso, il mercato del libro gode di sostanziale salute e continuano a germogliare case editrici. La qualità dei libri italiani non conosce paragoni nel mondo, per qualità di stampa, cura, attenzione e varietà editoriale al punto che diversi dei magÿori editori europei e nordamericani producono e stampano nel nostro paese i loro libri più pregiati evidenziando come una grandissima tradizione ha saputo tragheıare con sé competenze, maestranze e specializzazioni nel nostro tempo. In un momento in cui si parla molto di innovazione, ricerca e creatività come motori dei mercati maturi non si può non vedere che il settore dell’editoria è un perfetto esempio di una realtà in cui chi ha idee e progeıi può farsi strada anche senza capitali. Nell’organizzare questa Fiera, partiamo dall’assunto che l’editoria ha saputo generare nuovi importanti fenomeni e progetti e che sia una realtà vivace e dinamica. Per questo motivo pensiamo a una Fiera che riparta proprio dall’editoria di progetto (che definiamo “seconda editoria”), ovvero quell’editoria che, a prescindere del proprio volume di affari, lavora sulle idee e con le idee, costruendosi i mercati a partire dalla cultura e attraverso la cultura.
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