Raimund Abraham è stato il più difficile degli amici e uno tra i pochi veri artisti del XX secolo. Come professore aveva una capacità di capire il progetto al di sopra di ogni norma o standard. E non si è mai visto un docente più acuto e tagliente di lui.
Il suo drammatico contraddittorio verso la banalità del mondo lo ha spesso portato lontano da ogni consenso, una contrarietà radicale e cosmica che pagava sempre in modo sprezzante e in prima persona.
Raimund era solo, orgogliosamente e fieramente unico per scelta e per destino. Avvicinarlo come amico era un modo per allontanarlo da se stesso. Forse per questo Raimondo distruggeva ogni legame che non riteneva radicalmente autentico.
La sua scomparsa è l’ultimo beffardo gesto contro il solidarismo degli uomini.
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Raimund Abraham was the most difficult of friends and one of the few genuine artists of the XXth Century. As a teacher he had the ability to understand a project beyond all rules or standards. And none was more acute or cutting than he.
His dramatic quarrel with the banality of the world often led him far from any consensus. It was a radical and cosmic contrariness that he paid for in person and nonchalantly.
Raimund was alone, proudly and boldly unique by choice and by destiny. To approach him as a friend was a way to draw him away from himself. That may be why Raimondo destroyed any relationship he didn’t consider radically authentic.
His passing is the last mocking gesture against solidarity.
Massimo Scolari
[first published in “The BrooKlyn Rail – Critical perspective on arts, politics and culture”/2010]