La mostra documenta le opere più significative realizzate da Botta, nato a Mendrisio nel 1943 e laureato a Venezia, in tanti anni di fortunata attività professionale: dalle prime case unifamiliari, originali espressioni della scuola ticinese, fino ai grandi edifici pubblici, biblioteche, teatri, musei, chiese e sinagoghe, realizzati in tutto il mondo.
L’itinerario architettonico di Mario Botta, che trova le proprie origini nell’interpretazione della tradizione del Movimento Moderno e prosegue negli anni senza cedimenti su questa linea, si configura oggi come “ragione critica” rispetto alla fragilità dei modelli e delle mode offerte dalla globalizzazione.
Nel suo studio di Lugano, l’architetto ticinese progetta edifici che trovano la propria ragione d’essere nella consapevolezza di interpretare la sensibilità della cultura contemporanea e nel contempo evocare quel territorio di storia e di memoria che costituisce il vero patrimonio dell’identità dell’architettura europea. Presente e passato convivono dentro un linguaggio figurativo fatto di geometrie e materiali, senza ombra di nostalgie storiciste o velleità tecnologiche. L’architettura ritrova così la propria vocazione primitiva di forma essenziale che modella lo spazio di vita dell’uomo e che, rispettando le funzioni alle quali deve rispondere, aspira ad offrire inedite emozioni.
In mostra si possono studiare e ammirare circa 60 progetti di edifici realizzati, documentati con schizzi e modelli originali, fotografie e disegni inediti attraverso un originale percorso espositivo organizzato in dodici sezioni: dagli Incontri che rappresentano una vera e propria introduzione alla mostra, con suggestioni e memorie di artisti e opere che hanno lasciato un segno profondo nella formazione dell’architetto, fino ai progetti più recenti per i grandi spazi urbani.
L’ultima sezione è, infine, dedicata alle creazioni di oggetti di design e ai progetti di allestimento degli interni.