di Gabriella Lo Ricco
Degli strani oggetti sono apparsi nel centro storico di Madrid: nei pressi del Museo Municipale e del Tribunale, sei volumi dalla pianta poligonale e caratterizzati da differenti altezze occupano la piazza Barcelò.
Duplice e mutevole è il loro ruolo. Di notte, quasi si trattasse di sovradimensionati “arredi” urbani, i sei volumi sono dei dispositivi luminosi; di giorno diventano spazi asettici e privi di peculiari caratteristiche che fungono da sfondo alla frenetica attività per cui sono stati realizzati, il Mercato Barcelò.
In realtà si tratta di una costruzione temporanea commissionata dal Comune di Madrid allo studio Nieto Sobejano Arquitectos per compensare un deficit programmatico: l’edificio del nuovo Mercato Barcelò, progettato dal medesimo studio, è attualmente in costruzione nel lotto attiguo alla piazza.
La flessibilità della costruzione rende ragione di molte delle caratteristiche del progetto: dei semplici sistemi costruttivi impiegati, del sistema di illuminazione e dei materiali utilizzati, ma anche della scelta di frammentare lo spazio dedicato al mercato. Compiuta la sua attuale funzione, la costruzione potrà infatti essere smontata e i singoli volumi potranno essere riutilizzati in altri luoghi per ospitare attività anche diverse da quella odierna.
Accanto alla città statica, a Madrid prende forma una città in cui le regole di base del capitalismo non sono più valide: una città instabile, mutevole ed ecologica, caratterizzata da attrezzature pronte a rispondere a richieste funzionali variabili e che compaiono solo quando se ne ha necessità.
18 novembre 2000