Meriterebbe una approfondita riflessione il sistema di pratiche e attori, sviluppatosi nel tempo e in maniera trasversale, che ha permesso all’Alto Adige di dotarsi di un patrimonio di architetture contemporanee, di committenza pubblica e privata, di alta qualità, per lo più realizzate da professionisti locali, senza trascurare alcune partecipazioni internazionali. Un’architettura in provincia, insomma, ma non per questo meno colta, insensibile al dibattito disciplinare più generale o mimetica nei confronti di un paesaggio stratificato come quello alpino.
Si colloca in questo contesto il concorso che ha portato alla realizzazione della nuova sede della Salewa a Bolzano su progetto di Cino Zucchi con Park Associati. Frammento di Alpine Architektur disceso a valle, nuova porta meridionale della città, esercizio di armonizzazione tra funzionalità e rappresentazione dell’identità aziendale, il complesso edificio si mostra come sintesi di numerose questioni che vengono risolte dalla disinvolta abilità progettuale di Zucchi.
La pianta racconta la maturata esperienza nella progettazione di edifici produttivi, uno dei temi che lo accompagna fin dagli inizi della sua attività professionale, ma racconta, anche, l’assimilazione di un certo modo di scrivere le piante che, risolta la funzionalità della disposizione e della distribuzione, si preoccupa di movimentare e rendere più complesse e fluide le forme. Una lezione che ha un forte sapore pontiano e non solo.
Conseguentemente, il volume si articola in prismi scolpiti e agglutinanti, cristalli che partecipano al paesaggio senza imitarlo grazie all’equilibrata e coerente risoluzione delle pelli esterne in vetro e in lamiera forata che, d’un tratto, si trasformano in balze impudicamente sollevate a rivelare il nucleo produttivo vero e proprio, onesta e nuda scatola in calcestruzzo a vista, che non nasconde la propria natura eminentemente funzionale.
Pianta, volume, superfici si integrano, così, in modo armonioso, dando luogo a un episodio singolare nel paesaggio della periferia bolzanina, presidio e soglia tra la disseminazione dell’ultima zona industriale e la rigogliosa campagna. Ma allo stesso tempo episodio particolarmente felice nella recente produzione progettuale di Zucchi, che ha iniziato a dare segni di evitabili virtuosismi espressivi e autocompiacimenti linguistici.–
Davide Fusari
27 marzo 2012