PENSARE LA (NOSTRA) CITTA’: TEORIE E STRATEGIE IN CAMPO
febbraio-marzo 2013 Sala D’Attorre di Casa Melandri Via Ponte Marino, 2, Ravenna
Sabato 2 febbraio 2013 – ore 10-12 Relatore: Marco Biraghi
“COM’È BELLA LA CITTÀ”
Giovedì 7 marzo 2013 – ore 17-19 Relatore: Massimiliano Casavecchia
DENCITY: STRATEGIE PER LA SOSTENIBILITÀ DELLA CITTÀ CONTEMPORANEA
Sabato 16 marzo 2013 – ore 10-12 Relatore: Alberto Giorgio Cassani
URBANISTICA O RIVOLUZIONE? LE TEORIE SULLA CITTÀ DEL XX SECOLO
Giovedì 21 marzo 2013 – ore 17-19 Relatore: Piera Nobili
SMART CITY E SMART COMMUNITY: LE CITTÀ INTELLIGENTI
Com’è noto, da un anno a questa parte è attivo un percorso di partecipazione che ha portato, oltre alle riflessioni sulla “Darsena che vorrei”, alla nascita di attività analoghe organizzate direttamente dai cittadini (vedi il movimento riguardante l’ex-caserma di via Nino Bixio).
A questo protagonismo attivo nella trasformazione della città che si fonda sui saperi della vita quotidiana degli e delle abitanti, servono anche momenti di riflessione teorica e di approfondimento che si focalizzino sulle trasformazioni urbanistico-architettoniche che stanno avvenendo nella realtà italiana ed europea.
A tal fine l’Università Bosi Maramotti si è attivata per dar vita ad un ciclo di incontri che si svolgeranno fra febbraio e marzo2013, in collaborazione con il percorso della “Darsena che vorrei”.
Sarà presente un esperto di architettura italiana, Marco Biraghi, docente di Storia dell’architettura contemporanea alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, attivo anche con un importante sito web (https://www.gizmoweb.org/), che in questi anni, con numerose pubblicazioni si è dedicato, con uno sguardo originale, alle tematiche legate ai problemi della città.
Anche in questo caso, Biraghi, utilizzerà una lente diversa per indagare e conoscere la città: nel corso del Novecento le città italiane si sono trasformate in modo consistente, a volte addirittura radicale. Tali trasformazioni sono state variamente analizzate, commentate e interpretate da “addetti ai lavori” come architetti, urbanisti, storici e critici di architettura, ma pure da osservatori estranei al settore come scrittori, giornalisti, viaggiatori, comuni cittadini. Un punto di vista in genere poco considerato è quello della musica: con una puntualità raramente riscontrabile in altri campi, le canzoni italiane hanno accompagnato l’evoluzione delle nostre città reali, ma anche quella dell’idea di città in generale così come si è andata modificando nel tempo. E se fino a tutti gli anni cinquanta le canzoni dedicate alle città presentano un carattere prevalentemente campanilistico e celebrativo, o al più nostalgico, a partire dagli anni sessanta esse assumono piuttosto una connotazione pessimistica e critica. È dunque nello specchio apparentemente secondario e privo di spessore delle canzoni popolari che si lasciano osservare con piena evidenza i riflessi di una crisi cui spesso la cultura “alta” e disciplinare stenta a dare voce e senso.
Seguiranno tre incontri che affronteranno tre tematiche differenti, ma fra loro connesse.
Il primo, relatore l’architetto Massimiliano Casavecchia, direttore della Scuola Superiore di Studi sulla Città e il Territorio dell’Università di Bologna, parlerà del tema della “Den City”. La situazione attuale ci pone davanti alla necessità di elaborare un nuovo concetto di città partendo da un modello che leghi lo sviluppo urbano all’accrescimento del valore paesaggistico del contesto. La sostenibilità edilizia non è limitabile al solo risparmio energetico, va piuttosto basata sulla capacità di rigenerazione delle risorse ambientali non riproducibili, sulla riduzione del consumo indiscriminato di suolo, sulla compatibilità ambientale del sistema infrastrutturale e della mobilità. Occorre ridefinire l’organizzazione tra le varie reti infrastrutturali e dei servizi, con particolare attenzione alla rete della mobilità che garantisce le possibilità di sviluppo della città in rapporto alla dimensione della rete ecologica che limita e rende compatibili e sostenibili quelle possibilità. La città compatta “Den City”, che ripropone i modelli di stratificazione funzionale della città antica, pare essere la risposta alla limitazione del consumo del territorio, alla riduzione dell’inquinamento, ad un ragionevole utilizzo delle risorse energetiche e alla riscoperta dei rapporti sociali che, nella città specializzata, risultano depressi dalla distanza tra residenza, lavoro e servizi.
Il secondo incontro, tenuto dal prof. Alberto Giorgio Cassani (Accademia di Belle Arti di Venezia e Ravenna), ripercorrerà storicamente le teorie urbanistiche sulla città a partire dalla metà dell’’800 ad oggi, sottolineando gli aspetti utopici e quelli più realistici. Tutto ha inizio nella contrapposizione stabilita dalla sociologia tedesca di fine XIX secolo tra Comunità (Gemeinschaft) e Società (Gesellscahaft), cioè, sostanzialmente, tra Città-Villaggio e Metropoli. Alla prima categoria si rifà, ad esempio, il progetto delle Città Giardino di Ebenezer Howard degli inizi del Novecento; alla seconda, i disegni della Großstadt di Ludwig Hilberseimer del 1927. Ma forse gli esempi più emblematici di queste due opposte concezioni urbane sono la Ville contemporaine di Le Corbusier, una città compatta caratterizzata da un nucleo ordinato di grattacieli immersi nel verde, e la Broadacre City di Frank Lloyd Wright, che invece privilegia il modello della città diffusa, dell’ideale americano dell’uomo isolato.
Il terzo incontro sarà tenuto dall’architetta Piera Nobili che affronterà il tema del vivere in comunità e città cosiddette intelligenti, ossia connesse, cablate e comunicative, che dovranno facilitare la vita singola e di relazione, soprattutto nei confronti delle categorie più fragili, oltre a promuovere una maggiore sostenibilità ambientale. Quello delle città e comunità intelligenti e dialoganti è un tentativo di affrontare in modo integrato tematiche complesse, quali: consumo energetico, sostenibilità ambientale, mobilità e trasporti, qualità della vita, inclusione sociale, partecipazione dei e delle cittadine.