Struggling Cities: from Japanese Urban Projects in the 1960s
mostra a cura di Naohiko Hino
Istituto Giapponese di Cultura in Roma
via Antonio Gramsci, 72
Roma
08.02.2014 – 15.03.2014
lunedi-venerdi 9.00-12.30/13.30-18.30
mercoledi fino alle 17.30
sabato 9.30-13.00
Architettura, Giappone, città: tre parole chiave che animano STRUGGLING CITIES, ovvero la mostra sul discorso urbanistico in Giappone a partire dagli anni Sessanta. Modelli in scala, foto, animazione e tutto ciò che è tecnologicamente interessante per mostrare al pubblico italiano come le “città combattenti” del titolo, o meglio i loro progetti, abbiano rappresentato le premesse, più o meno accolte, della metropoli per antonomasia Tokyo.
Sezione 1
Storia della città ideale
Molte città sono spontaneamente scaturite dalla forma del territorio, fiumi o porti, mentre altre sono state sviluppate sulla base di una visione ideale. Uno sguardo alla diversità delle morfologie urbane, attraverso concept che riflettono la visione del mondo peculiare di una società.
Sezione 2
Progetti urbani ambiziosi in Giappone
Nel corso dei primi Sessanta, tre importanti progetti urbani furono presentati in Giappone. Nessuno venne realizzato, tuttavia, ma le tre visioni ideali ci permettono di capire problematiche e cambiamenti che le città, non solo Tokyo, attraversavano all’epoca.
Sezione 3
Città del mondo: anni Sessanta – Settanta
Dagli anni Sessanta ai Settanta vennero realizzati progetti urbani moderni. Se ne possono confutare i concept attraverso la sovrapposizione dei disegni originari e delle foto satellitari attuali. Le piante originali non sono sempre state rispettate; piuttosto, la comparazione rivela chiaramente come una planimetria urbana non possa esercitare il controllo sulla città reale. Quanto è lecito parlare di obiettivo mancato?
Sezione 4
Problematiche urbane ai giorni nostri
Urbanizzazione mondiale. Le città sono smisurate e ospitano oltre metà della popolazione globale. Che immagine mostra una città del presente? Tokyo, una delle prime metropoli al mondo, funge da esempio per considerare le sopravvivenze urbanistiche contemporanee.
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