Autobarrios San Cristóbal

di Stefano Santamato

Lo spazio pubblico come cantiere aperto

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collectif etc.

San Cristóbal de los Ángeles è un quartiere di circa 18.000 abitanti situato nella periferia sud di Madrid e ‘Autobarrios’ un ambizioso progetto di self-made-neighboorhoods lanciato nel 2012 da una piattaforma di associazioni locali. In questo contesto nasce la proposta di riattivazione di un spazio in disuso di 1200m2 collocato al di sotto dell’imponente Avenida de Andalucía, strada sopraelevata che collega il quartiere al centro città.

I fase | colore

La prima fase dell’iniziativa si attiva nel Maggio 2013 sotto il nome di “Barrio de colores” ed è guidata dal gruppo spagnolo di artisti urbani Boa Mistura. Il grande affresco realizzato con la collaborazione degli abitanti del quartiere trasforma in breve tempo gli austeri elementi strutturali della sopraelevata in vivaci totem colorati, avvolgendo la totalità dello spazio in geometrie ed effetti cromatici.

II fase | costruzione

Nell’inverno dello stesso anno si sviluppa la seconda fase del progetto, grazie alla collaborazione tra il collettivo Basurama e il gruppo francese Collectif Etc. L’obiettivo è di realizzare due oggetti: una scena teatrale e uno spazio di gioco per i bambini. Le linee guida per la  loro costruzione si definiscono in situ, considerando in primo luogo i materiali a disposizione, rinvenuti in gran parte tra gli scarti di un vicino cantiere di Herzog & De Meuron. Il concept prende spunto dalle geometrie disegnate nella prima fase e dalla forma triangolare dei moduli in legno recuperati. La messa in opera, anche in questo caso, avviene con la  partecipazione degli abitanti del vicinato. Più di ottanta moduli di grandezza e altezza variabili vengono costruiti e assemblati in relazione alla funzione proposta.

Questo progetto mostra con chiarezza l’applicazione di un metodo alternativo di intervento sullo spazio pubblico, sebbene già da qualche anno si stia rapidamente diffondendo in alcuni paesi europei. La fase di costruzione non persegue infatti la realizzazione di un disegno esecutivo, né ha come obiettivo quello di riproporre un’immagine già elaborata. Il “cantiere aperto” è una pratica in cui le fasi di concezione e costruzione convivono dall’inizio alla fine,  seguendo sì delle linee guida ma lasciando a ciascun partecipante la libertà di contribuire con la propria creatività all’elaborazione soluzioni specifiche, influendo sul risultato finale.

Riferimenti:
http://basurama.org/
http://www.boamistura.com/
http://www.collectifetc.com/