Ogni nuovo atto progettuale, nel nostro Paese, si confronta con un territorio così antropizzato, un fatto urbano così stratificato, da rendere pressoché impossibile la concezione di un edificio come oggetto autonomo.
Lo sviluppo del tema assegnato alle partecipazioni nazionali da Rem Koolhaas – Absorbing Modernity 1914/2014 – parte da qui: cercando non tanto gli elementi di “resistenza al nuovo” del territorio italiano, quanto la particolare accezione con la quale la condizione moderna viene interpretata nel nostro paese.
La cultura architettonica italiana ha da sempre dovuto fare i conti con la presenza di un organismo urbano esistente, che rendeva ogni volta il nuovo intervento, un elemento di un palinsesto più ampio. Progetti tra loro molto diversi come quelli del Concorso per il Palazzo del Littorio a Roma del gruppo di Terragni e Vietti – la cui mole si sarebbe confrontata con quella della vicina Basilica di Massenzio – o il piccolo intarsio di Carlo Scarpa nella gipsoteca canoviana di Possagno sono accomunati da un pensiero dove il luogo non è solo un “dato” del progetto quanto piuttosto un materiale vivo da trasformare in una nuova configurazione. Un “innesto”, appunto.
La “modernità”, in questo senso, potrebbe essere letta, quindi, come un continuo confronto – fatto di distruzioni, scontri, adattamenti, simbiosi – tra le nuove esigenze della vita e la struttura complessa dell’ambiente urbano o naturale esistente. Una “metamorfosi”, una trasformazione continua di configurazioni esistenti atte a perseguire nuovi fini e valori.
Proprio questa capacità di interpretare e incorporare gli stati precedenti appare anche il tratto più interessante della “modernità anomala” dell’architettura italiana dalla prima guerra mondiale a oggi, e forse anche di innumerevoli esperienze precedenti ad essa nella mutazione continua delle città del nostro paese.
Una call per un’opera corale
In occasione della presentazione della mostra, il Padiglione Italia lancia un invito pubblico allo scopo di raccogliere una serie di video capaci di interpretare i luoghi della vita collettiva in Italia.
La chiamata è rivolta a videomaker e studenti, ma intende coinvolgere anche tutte quelle persone che abbiano un interesse nel video e un’attenzione particolare al tema del paesaggio e del panorama architettonico italiano.
A ciascuno è richiesta la restituzione di un punto di vista, di uno sguardo personale e intimo sullo spazio che lo circonda: una strada, una piazza, un edificio, un incrocio, uno scorcio. Attraverso questa operazione, l’esposizione intende arricchirsi di “cartoline animate”, a testimonianza di tutta quella ricchezza e quella stratificazione architettonica che caratterizza il paesaggio italiano, ripreso nel momento stesso in cui si anima della vita delle persone che lo abitano e che nel tempo hanno contribuito alla sua trasformazione.
Una selezione andrà a costituire l’opera corale “Paesaggi Abitati” a cura di Studio Azzurro, ospitata all’interno del Padiglione Italia, che sarà volta a indagare come l’uomo interagisce con le trasformazioni dettate dall’architettura e come a sua volta le adatti ai suoi bisogni quotidiani.
C’è tempo fino al 20 aprile per inviare il proprio contributo.
I video che mano a mano saranno raccolti verranno resi disponibili sul canale YouTube del Padiglione Italia.
Per partecipare, accedi alle istruzioni.
Paesaggi abitati
Raccolta di contributi video per il Padiglione Italia – Biennale Architettura 2014
Paesaggi Abitati è l’open call organizzata dal Padiglione Italia alla Biennale Architettura 2014. I contribuiti video realizzati dalle persone saranno assemblati e composti per restituire una grande cartolina dell’Italia nell’ambito della videoinstallazione “Paesaggi Abitati”, l’opera a cura di Studio Azzurro esposta negli spazi del Padiglione. La raccolta intende coinvolgere studenti e videomaker ma è rivolta anche a tutti coloro che abbiano un interesse nel video ed un’attenzione particolare al tema del paesaggio e del panorama architettonico italiano.
Per partecipare è necessario inviare il proprio video all’indirizzo mail pa@innesti-grafting.com entro e non oltre le ore 24:00 di Domenica 20 aprile.