A8ERNA. Una questione di sguardo

di Andrea Migliarese

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«There are two ways to dissolve a burdening burder. One is to erase it. The other is to see it as the beginning of something new.»[1]
E’ quasi sempre una questione di sguardo unita all’attenzione per i piccoli dettagli a fare la differenza tra un progetto e un ottimo progetto. A volte bastano piccoli gesti per spostare radicalmente il significato di uno spazio, caricandolo di senso, coerenza e qualità ambientale. E’ questo il caso del progetto A8ernA di NL Architects.
Koog an de Zaan è una piccola cittadina del Nord dell’Olanda, situata nella regione industriale di Zaan, non molto distante da Amsterdam. A cavallo degli anni ’70 la regione è stata interessata da una forte industrializzazione e da importanti trasformazioni territoriali con la costruzione di una fitta rete di collegamenti stradali e autostradali che hanno segnato in maniera spesso anche brutale i paesaggi e i contesti urbani che attraversano.

A Koog an de Zaan la cicatrice impressa nel tessuto urbano dalle vie di comunicazione appare quasi drammatica: la nuova autostrada A8, costruita nel 1968, attraversa noncurante il contesto cittadino, elevandosi su pilastri di sette metri di altezza per superare il fiume Zaan e determinando una radicale cesura del centro cittadino, come a sancire in maniera perentoria la supremazia della logica dell’efficienza delle vie di trasporto sulla qualità urbana dei contesti locali. Il risultato, quasi beffardo, è la rappresentazione in termini spaziali della moderna separazione tra Stato e Chiesa, con la Kogerkerk a Sud e il vecchio Municipio a Nord.

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Per quasi 30 anni la situazione è rimasta invariata, con la presenza ingombrante e inquietante dello spazio al di sotto del viadotto che a causa di una scarsa illuminazione e la mancanza di integrazione con lo spazio urbano circostante è rimasto in balia di usi degradanti e di scarsa attrattiva (deposito di attrezzature stradali, parcheggio), che ancor più hanno portato ad uno stato di indeterminazione, di perdita di interesse e di diffusa disaffezione da parte della comunità cittadina.
Solo nel 2003 i tempi sono apparsi maturi per cercare di re-immaginare il significato di questa imponente infrastruttura, e a partire da una lungimirante iniziativa del Comune di Zaanstadt è stato avviato un processo per la ricostituzione del collegamento fra le parti di città rimaste slegate, attraverso la radicale trasformazione della fascia di quasi 40 metri di larghezza e 400 metri di lunghezza al di sotto dell’autostrada.

A questo proposito, in un processo fortemente partecipativo, sono state raccolte le richieste e i desideri dei cittadini all’interno di un documento preliminare alla progettazione denominato “A8ernA”, a partire dal quale gli architetti hanno basato la progettazione. Il documento conteneva la richiesta per la realizzazione di una molteplicità di attività e il suggerimento di diverse strategie, tra le quali il recupero del rapporto con il fiume Zaan, negato da una forte urbanizzazione lungo il suo corso durante gli anni ’70, la realizzazione di un parco con spazi espositivi, una galleria di graffiti, un supermercato e altri servizi commerciali e di intrattenimento.

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Il progetto realizzato dallo studio olandese NL Architects risponde in maniera compiuta alle richieste avanzate dalla cittadinanza e dal Comune attraverso una progettazione che Ole Bouman definisce «generosa» per la sua capacità di intervenire in maniera delicata, quasi impercettibile, come se il disegno dello spazio pubblico fosse qualcosa di così naturale e logico da essere emerso spontaneamente dal contesto, e non sia invece frutto di un incessante e intelligente lavoro dello studio di progettazione [2]. Lo studio olandese è infatti riuscito nella difficile sfida di ridare coerenza alle aree rimaste slegate a seguito della costruzione dell’autostrada, ricucendo i rapporti spaziali e creando un nuovo sistema di nessi logici attraverso un’attenta e complessa progettazione funzionale che è stata in grado di stabilire nuova armonia e nuovo equilibrio tra le parti.
Il diverso atteggiamento progettuale adottato dallo studio ha permesso di ri-leggere il viadotto come possibile opportunità positiva, e non più come elemento negativo: il cambiamento di sguardo ha dato la possibilità di individuare le potenzialità e le qualità nascoste di questo luogo così stranamente monumentale, che grazie alla sua conformazione spaziale e alla sua posizione centrale e a ridosso del fiume, è stato intelligentemente interpretato come possibile grande porticato civico in grado di ospitare i servizi e le attività collettive richieste dai cittadini nel documento preliminare.

Il progetto sviluppato si articola in tre aree definite dall’attraversamento di due strade trasversali al viadotto: la parte centrale, a diretto contatto con la piazza della chiesa e quella del municipio, si costituisce come area coperta dove sono situati il supermercato, il negozio di animali e il fioraio, e svolge la funzione di cerniera tra l’area a Sud e a Nord con le quali ricerca una voluta sinergia e continuità nei tracciati; l’area ad Est a ridosso del fiume è stata attrezzata con una scultorea fermata dell’autobus e un piccolo porto ricavato per escavazione del terreno, con lo scopo di recuperare lo storico rapporto con il fiume Zaan, altrimenti negato dalla densa cortina sviluppatasi lungo il corso del fiume; l’area ad Ovest, quasi totalmente racchiusa all’interno delle rampe di accesso dello svincolo autostradale, si configura invece come area giochi per ragazzi e bambini, ed è attrezzata con uno skatepark, una galleria per i graffiti, un palco per la breakdance e campetti sportivi.

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Grazie alla presenza unificante del viadotto, la frammentazione funzionale è risultata una strategia vincente che ha permesso di dare origine ad una sequenza articolata di spazi in grado di ridefinire le proporzioni del porticato, negandone l’eccessivo sviluppo in senso longitudinale, e privilegiando la dimensione trasversale più ridotta, mitigando l’effetto negativo di oppressione data dalla carreggiata sospesa. Proprio l’elemento del viadotto ha paradossalmente permesso una maggiore libertà grammaticale delle parti di progetto, tenute fra loro assieme proprio dalla capacità figurativa unificante della grande infrastruttura, in grado di assorbire in sé gli elementi eterogenei dell’intervento.

Particolare importanza è stata inoltre data alla ri-progettazione delle aree a ridosso dell’infrastruttura in corrispondenza della piazza coperta centrale, con l’obiettivo di favorire la continuità spaziale attraverso lo sviluppo di una successione di spazi pubblici a diversa vocazione ma fra loro sinergici, che generano un asse di percorrenza perpendicolare all’autostrada in grado di ristabilire la storica relazione e complementarietà tra la Kogerkerk e il Municipio. A questo scopo, la piazza della chiesa è stata liberata dalle piccole aree a verde che la occupavano ed è stata interamente pavimentata e attrezzata per poter ospitare manifestazioni, celebrazioni o fiere, mentre dal lato del Municipio sono state ricreate delle nuove aree a verde con andamento topografico artificiale che costituiscono un piccolo parco dotato di campo di bocce, di spazio per barbecue e di un campetto da calcio.

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Particolarmente vincenti appaiono anche le scelte dei materiali, dei colori e la progettazione dell’illuminazione notturna, che con piccoli accorgimenti contribuiscono a trasformare profondamente la qualità dello spazio in un ambiente più accogliente e più caldo. In questa direzione vanno la scelta della pavimentazione in cemento arancione nella piazza coperta, e in doghe di legno nell’area del molo, o la scelta di rivestire alcuni pilastri in legno o con una lamiera in acciaio inox su cui sono stati ritagliati al laser dei caratteri che riproducono un poema di Arie van den Berg sulla città di Koog aan de Zaan, e che di sera risaltano grazie ad un sistema di retro-illuminazione.
Considerazioni conclusive
Il progetto A8ernA e il suo successo sono principalmente una questione di sguardo. Il grande merito dello studio NL Architects è stato proprio quello di aver trovato valore e qualità là dove nessuno pensava di trovarne, e di essere stato in grado di farli emergere mediante piccoli accorgimenti, senza pesanti trasformazioni e radicali cambiamenti. Il merito del progetto sta nel paradosso di essere stato in grado, senza modificarne la morfologia, di trasformare un’impenetrabile barriera urbana in una nuova centralità capace di dare armonia e coesione ai tessuti urbani rimasti divisi a seguito della costruzione dell’autostrada A8. Il progetto va quindi considerato come una sottile e brillante operazione di re-interpretazione, che non propone un nuovo smagliante contenitore, ma dei nuovi contenuti che sono in grado di ri-significare lo spazio urbano attraverso l’inserimento di un’eterogenea sequenza di oggetti deliberatamente eclettici e frammentari, tenuti assieme dalla presenza unitaria e monumentale del viadotto.

Rispetto ad altri esempi di strategie analoghe di colonizzazione degli spazi al di sotto di ponti che non sono state in grado di riscuotere il medesimo successo, il progetto A8ernA sottolinea inoltre alcuni fattori importanti che ne hanno caratterizzato la riuscita come spazio pubblico: in primo luogo il processo progettuale di tipo partecipativo, che attraverso il forte coinvolgimento della cittadinanza, reso possibile e gestibile forse proprio dalla dimensione ridotta della cittadina, ha garantito la comprensione e l’accettazione del progetto da parte della comunità locale; in secondo luogoluogo la natura morfologica stessa dell’infrastruttura, le cui idonee proporzioni spaziali hanno dato la possibilità di generare spazi caratterizza da una qualità ambientale adeguata per l’inserimento di nuove attività pubbliche; in terzo luogo la fondamentale importanza del contesto circostante l’infrastruttura che ha il compito di garantire un bacino di utenza adeguato, come avviene a Koog aan de Zaan dove i tessuti divisi, ma storicamente connessi, sono in grado di attivare flussi di percorrenza trasversale grazie alla continuità del tessuto e alla presenza di attività e attrazioni già esistenti o progettate ex-novo.

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[1]Fonte: Universe Architecture.
[2]Ole Bauman è il direttore del Nederlands Architectuurinstituut di Rotterdam. Commentando il progetto A8ernA, scrive: «Much better than maximal design this project can be called generous design. It doesn’t direct its use, it catalyses it. It encourages people to occupy and appropriate, a much more subjective version of using “facilities”». Cfr.Magda Anglès, “In favour of public space; ten years of the European prize of urban public space”,ACTAR, Centre de Cultura Contemporània de Barcelona, Barcelona,2010, p. 116.

BIBLIOGRAFIA
-A. Fernandez Per, J. Arpa, “The public chance: new urban landscapes”, A+T, Vitoria Gasteiz, 2008
-M. Anglès, “In favour of public space; ten years of the European prize of urban public space”,ACTAR, Centre de Cultura Contemporània de Barcelona, Barcelona, 2010
10 ottobre 2014