Un importante Piano d’Azione del Governo, datato 1958, per supplire alla carenza di strutture scolastiche e sportive, è il pretesto ideale per inaugurare un repentino cambio di rotta delle attività del progettista di Curitiba. Una nuova e lunga fase che culmina, nel 1961, con la costruzione di una sequenza notevole di progetti rivoluzionari: le scuole di Itanhaém (1959) e di Guarulhos (1960 – 1962), gli spogliatoi per il San Paolo Calcio (1961), il Club Nautico Santa Paula (1961) e il Tennis Club Anhembi (1961).
Questi progetti sono una palestra fondamentale per Artigas che, dopo essersi appropriato delle audaci forme di lavorazione del calcestruzzo, apparse in Brasile dal 1930, arriva a concepire una serie di soluzioni che divertano tipiche di tutto il panorama paolista:
- riduzione espressiva dell’architettura alla sua realtà tettonica, che evidenzia i propri sforzi meccanici;
- coincidenza fra struttura formale e statica, attraverso la rappresentazione della meccanica degli sforzi, espressi come flussi vettoriali;
- soluzioni strutturali muscolari, con grandi volumi di ampie luci, capaci di contenere un’intero programma funzionale e di rivelare la presenza civica di uno spazio pubblico alla scala megalopolitana;
- riduzione delle aperture e predominanza di testate cieche che negano il contesto urbano e illuminazione zenitale degli interni, attraverso una copertura traslucida;
- volumetrie esterne compatte, opposte a interni dinamici e trasparenti, nei quali si alternano patii, giardini o grandi vuoti capaci di introiettare attributi propri del paesaggio urbano, all’interno dell’edificio;
- qualunque sia la funzione dell’edificio, privata e non, viene perseguita l’enfatizzazione degli spazi collettivi, ognuno trattato alla stregua di una grande attrezzatura pubblica;
- uso del cemento armato come massa scultorea, alludendo ad una valorizzazione simbolica del peso e dell’opacità, in contrapposizione alla leggerezza e alla trasparenza;
- messa in mostra dei segni del processo costruttivo, quale immagine della storia del lavoro umano (come le venature del legno trasferite dalle doghe dei casseri alla superficie del cemento);
- l’impiego, anche nei casi più estremi, di rampe al posto delle scale;
- pareti interne che non arrivano al soffitto e uso di materiali propriamente urbani, come l’asfalto, nei locali domestici.