Ardeth #3: MONEY: The Economies of Architecture
Theme Editor: Jeremy Till
Deadline: 21 lug 2017
The discussion of architecture, with all the visibility of its objects, tends to downplay the invisible flows of money that sustains its production. It is as if the dependency on economic forces is too much to face up to; better then to celebrate the catalytic genius of the architectural hero and then the glorious outputs, and try to ignore everything else that goes on in between. In the spirit of Ardeth, however, this issue intends to probe the that in between space of the operations of architecture, examining the intersection of the projects of architecture with economies, and with it their associated social and political contexts and implications. This builds on recent work in the field, such as that by Peggy Deamer and The Architecture Lobby on work, and by Doug Spencer on architecture and neoliberalism. Both of these clearly show the submission of the theories and discipline of architecture to the forces of global capital. It is only through a better understanding of the the way that contemporary economics cut across architectural operations that one can learn to deal with these dominant forces in a resistive and transformational manner.
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Ardeth #3: MONEY: Le economie dell’architettura
Il dibattito in architettura, con tutta la visibilità dei suoi oggetti, tende a sottovalutare l’invisibile flusso di denaro che permette le sue produzioni. Come se la dipendenza rispetto alle forze economiche fosse troppo grande per essere affrontata; meglio quindi celebrare il genio catalitico dell’eroe architettonico e il glorioso risultato, provando a ignorare qualsiasi cosa ci sia in mezzo. Ciononostante, nello spirito di Ardeth, questo numero intende sondare lo spazio interstiziale delle operazioni di architettura, esaminando le intersezioni del progetto di architettura con le economie, le loro implicazioni e gli associati contesti sociali e politici. Questo a partire da recenti lavori in questo campo di indagine, come quello sul lavoro di Peggy Deamer and The Architecture Lobby, e di Doug Spencer su architettura e neoliberismo. Entrambi mostrano chiaramente la sottomissione delle teorie e della disciplina architettonica alle forze del capitale globale. Solo attraverso una miglior comprensione del modo in cui l’economia contemporanea si inserisce nelle operazioni di architettura si può imparare a gestire queste forze dominanti in una maniera resistente e trasformativa.
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This special issue of Ardeth invites contributors to discuss the economies of architecture, with the following as potential areas to explore:
The Economies of Work: following Deamer et al, how are the various modes of architectural work (in practice, in education, in competitions) overseen by economic systems, and what are the possibilities to escape the dominance of the norms?
The Economies of Theory: the so-called ‘post-critical’ turn in architectural theory and practice may be read as at best a pragmatic acceptance of, at worst a complicity with, the prevailing economic orthodoxy. What types of theory might best provide a new critical edge that opens up that orthodoxy to inspection and transformation in an architectural context?
The Economies of Stuff: architectural operations are at heart about the manipulation of stuff, and this stuff is generally treated as commodity. What are the possibilities for new forms of the supply chain, of the commons, of reuse and so on that reconsider the use of stuff beyond its exchange value.
The Economies of Value: architecture, at least the 1% version of its stars, is employed to increase the cultural capital, and hence economic value, of development. Essays that investigate this process are invited, as well as those that look at the way that architecture might intervene in alternative value systems such those of social and environmental capital.
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Questo numero speciale di Ardeth ospiterà contributi che discutono le economie dell’architettura, con le seguenti e potenziali aree da esplorare:
Le economie del lavoro: seguendo Deamer et al., quali sono i vari modi in cui il lavoro dell’architetto (nella pratica, nell’educazione, nelle competizioni) è supervisionato/sorvegliato/influenzato dai sistemi economici e quali sono le possibili vie per fuggire dal dominio delle norme?
Le economie delle teorie: la cosiddetta svolta ‘post-critica’ nelle teorie e nella pratica dell’architettura può essere letta nel migliore dei casi come accettazione pragmatica, o nel peggiore come complicità, con la ortodossia economia mainstream. Quali tipi di teorie potrebbero meglio fornire un nuovo taglio critico che dischiude l’ortodossia a una ispezione e trasformazione nel contesto architettonico?
Le economie delle cose/della roba: le operazioni architettoniche sono, nel loro nocciolo irriducibile, a proposito della manipolazione delle cose, e queste sono generalmente considerate come merce. Quali sono le possibilità per nuove forme di catene di distribuzione, di merci, di riuso e via dicendo che considerano l’uso delle cose oltre al loro valore di scambio.
Le economie dei valori: l’architettura, almeno per l’1% delle sue star, è impiegata per aumentare il capitale culturale, e quindi il valore economico, dello sviluppo. Sono invitati saggi che indagano questo processo, così come quelli che guardano al modo in cui l’architettura potrebbe intervenire in un sistema di valori alternativo come quelli del capitale sociale e ambientale.
Le economie del futuro: con lo spettro del collasso del capitalismo che influenza molta parte del dibattito politico odierno, abbiamo bisogno di pensare ad altri modelli economici e alle loro implicazioni spaziali.
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The Economies of the Future: with the spectre of the collapse of capitalism haunting much current political debate, we need to start thinking about other economic models and their spatial implications.
This section of the issue asks how such alternative models might inflect on architectural operations, from the nature of practice to new spatial and material figurations.
Submission guidelines
Articles should be written in standard English or Italian. Only original work will be considered for publication, i.e. outcomes of research conducted by the author/s which have not yet been published anywhere else and are not currently under review by any other journal.
Ardeth accepts manuscripts in two submission types: Peer Reviewed Manuscripts and Solicited Manuscripts. These manuscripts are primarily text based (length 3÷6,000 words including notes, captions, and references). Essays should be grounded in relevant discourse, offer an original and critical contribution of a theoretical or a more empirical nature, and be supported by appropriate visual apparatus. Images have an argumentative and not illustrative nature.
Manuscripts should be sent to the Editorial Board specifying the call for papers the manuscript answers to (i.e. Ardeth #3_Money): redazione@ardeth.eu
Detailed guidelines are available on the magazine website: www.ardeth.eu
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Questa sezione del numero si chiede come tali modelli alternativi possono ripiegarsi sulle operazioni architettoniche, dalla natura della pratica fino a nuove configurazioni spaziali e materiali.
Linee guida per l’invio di contributi
Gli articoli possono essere scritti in italiano o in inglese. Saranno presi in considerazione per la pubblicazione solo contributi originali,frutto di una ricerca condotta dall’autore/-i che non è stata mai pubblicata, né è sotto revisione presso un’altra rivista.
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I manoscritti devono essere inviati al Comitato Editoriale,specificando la call for papers cui il contributo risponde (per esempio, Ardeth #3_Money): redazione@ardeth.eu
Le line guida dettagliate sono sul sito della rivista: www.ardeth.eu