Termometro GIZMO 2024

Alcune riflessioni della redazione sui risultati dei Sondaggi GIZMO 2024

Nel secondo semestre dello scorso anno accademico (2023-2024) GIZMO ha rivolto agli studenti dei corsi di laurea Magistrale in architettura del Politecnico di Milano un sondaggio teso a indagare il rapporto che gli studenti di architettura hanno con la disciplina e con i diversi modi per formarsi e informarsi.

Se da un lato emerge una base di pubblico motivato e interessato, dall’altro alcune tendenze invitano a interrogarsi sulla capacità dell’università a rispondere a una professione in continuo cambiamento.

Un dato positivo è senza dubbio l’interesse diffuso per l’architettura, dichiarato dal 95,7% degli intervistati. Tuttavia, questo entusiasmo sembra tradursi meno nella partecipazione ad attività culturali: ben il 46,2% non partecipa a mostre o conferenze nell’arco di un anno, una percentuale che suggerisce la necessità di ripensare il modo in cui questi eventi vengono comunicati o integrati nella vita accademica. 

Per quanto riguarda le motivazioni nello studio dell’architettura, emerge una visione prevalentemente pragmatica della disciplina. La maggioranza degli studenti sottolinea l’importanza di acquisire riferimenti progettuali e comprendere il legame con il contesto, mentre dimensioni più storiche e teoriche risultano numericamente marginali. Questa tendenza evidenzia il rischio, già concreto, di concentrarsi esclusivamente sugli aspetti progettuali e tecnologici impoverendo l’esperienza formativa, che invece dovrebbe includere una riflessione più ampia sull’architettura come disciplina culturale. 

Come prevedibile, l’analisi delle fonti consultate sottolinea l’importanza del digitale: siti web e social media dominano, seguiti da riviste specializzate e libri. Questo dato ci porta ad interrogarci su come combinare autorevolezza e accessibilità in un panorama digitale spesso frammentato e dominato da contenuti estremamente veloci. 

Solo il 26,5% degli intervistati consulta frequentemente testi storici e teorici, mentre il 42,7% lo fa raramente. Questo disinteresse per il sapere storico-critico è preoccupante, poiché rischia di ridurre l’architettura a mera pratica tecnica, privandola della sua dimensione culturale e sociale. 

Anche i media preferiti dagli studenti rivelano una chiara tendenza: i disegni dominano, seguiti da fotografie e video, mentre testi, interviste e podcast ricevono meno attenzione. Ciò suggerisce di puntare su contenuti visivi, vista l’evidente mancanza di interesse verso formati narrativi che potrebbero arricchire l’esperienza di apprendimento. Infine, i criteri di affidabilità delle fonti mettono in luce priorità chiare: autorevolezza e rilevanza dei contenuti sono fondamentali, seguite dall’aggiornamento e dalla pluralità dei punti di vista.

In sintesi, il sondaggio rivela uno scenario complesso che pone domande cruciali sul futuro della formazione in architettura. E se per un verso la comunità studentesca dimostra interesse e passione per la disciplina con una forte connessione con il digitale, dall’altro emergono preoccupanti lacune nel coinvolgimento culturale e nella valorizzazione della dimensione storico-critica.

Per Gizmo, il sondaggio rappresenta uno strumento essenziale per comprendere le esigenze e le aspettative degli studenti, ma anche un invito a non limitarsi a seguire le tendenze, bensì a guidarle. 

La sfida è rispondere al bisogno di una formazione culturale che valorizzi la complessità dell’architettura, intesa non solo come pratica tecnica, ma come disciplina intimamente connessa alla storia, al pensiero critico e alla società.