Mi sono laureato nel 1950, quindi è da cinquantacinque anni che sono sulla breccia. Durante la mia vita non ho fatto moltissime architetture, però sono molto appassionato e spero perlomeno di riuscire a comunicare qualche cosa su quegli anni, di cui ricordo e non ricordo, e che però in qualche modo tenterò di ricostruirne “l’epoca”. […]
di Carlo Aymonino

di Luciano Patetta – Ernesto Nathan Rogers è stato il più importante e il più completo maestro dell’architettura del secondo dopoguerra in Italia, di quella stagione eccezionale -e penso irripetibile- della cultura architettonica italiana […]

Colin Rowe usava sostenere che l’architettura considerava se stessa in uno stato di perenne crisi. Forse oggi il problema è diverso, potrebbe non essere affatto una crisi, ma piuttosto un problema che non vediamo, o che magari vediamo e sentiamo tutti fin troppo, e che riguarda i media. […]

Il presente, fra tutti i “piani” del tempo, è quello che più di ogni altro sfugge alle strette definitorie, alla possibilità di essere contemplato, “abbracciato”, compreso. Fondamento paradossale – mobile e mutevole – del nostro perenne trascorrere; punto inesorabilmente cieco della nostra visione, rispetto al quale massimamente ci scopriamo impreparati, “inintelligenti”. Non a caso, fra tutti i “saperi”, quello che meno si lascia imbrigliare nella morsa di una “scienza”, vera o presunta – e che dunque meno si piega a un trattamento accademico –, è proprio il presente. Nessuno, singolarmente, può dirsene “esperto” o anche solo “conoscitore”. In apparenza, quanto più intensamente lo si vive, e tanto più parrebbe afferrabile. […]